Fuori dal cono d’ombra
Scritto da -Nel 1866 a Yokohama l'ammiraglio Vittorio Arminjon (1830-1897), inviato dal governo del Regno d’Italia, firma il Trattato di Amicizia e Commercio fra Italia e Giappone, il cui scopo era fondamentalmente il commercio nell’ambito della seta. Nel 1869 il primo rappresentante diplomatico italiano residente, Vittorio Sallier de La Tour (1827-1894), realizza una difficile missione all’interno del paese per visitare le zone sericole e migliorare lo scambio commerciale.
Nel 1873 l'ambasciatore del Regno d'Italia Alessandro Fé d’Ostiani (1825-1905) torna in Italia per accogliere la missione giapponese Iwakura, in visita nel paese per conoscerlo e scegliere in che campo farsi aiutare per il suo slancio verso il rinnovamento. Di conseguenza nel 1876 partono per il Giappone, come docenti della neo fondata Kōbu Bijutsu Gakkō (Scuola Tecnica di Belle Arti) il pittore Antonio Fontanesi (1818-1882), lo scultore Vincenzo Ragusa (1841-1927) e l’architetto Giovanni Vincenzo Cappelletti (1843-1877 circa).
Nel 1904 Giacomo Puccini (1858-1924) mette in scena la Butterfly e consacra il mito del Giappone tradizionale nel mondo; nel 1905 la flotta imperiale giapponese umilia la Russia zarista ed il Giappone si impone come potenza internazionale.
Nel 1922 è Benito Mussolini (1883-1945) a venire alla ribalta, forzando il sistema democratico, e nel 1940 stringe il Patto Tripartito proprio con il Giappone e la Germania.
Dopo la tragica guerra, in cui da ogni parte ci sono stragi sul campo e prigionieri internati, il regista Kurosawa Akira (1910-1998) dona al Giappone lo scettro del Festival di Venezia dove, nel 1950, il suo film Rashomon conquista il Leone d’Oro, mentre Mishima Yukio (1925-1970) si afferma come scrittore con il suo Il padiglione d’oro nel 1956.
Sarà poi Kawabata Yasunari (1899-1972) nel 1968 a sancire l’internazionalità della letteratura giapponese conquistando il Nobel.
Dal 1866 al 1968, un secolo di nomi maschili: e le donne? Dove erano le donne che hanno ispirato gli artisti, dato figli agli eserciti? Tutte in un cono d’ombra che ha sminuito e occultato la loro esistenza.
Ma c’erano ed il libro Fuori dal cono d’ombra restituisce alla luce la storia di alcune di esse, a rappresentare l’importanza nascosta delle loro vite. Si dice che dietro a un grande uomo si celi una grande donna, come alcune di queste sono state, ma vale anche il contrario: queste narrazioni ci parlano di alcune donne che hanno potuto affermarsi grazie ai loro compagni.
Ce ne parlano nel libro studiosi che hanno dedicato anni alla conoscenza dei personaggi descritti. Giulio Antonio Bertelli, storico, docente dell’Università di Osaka, riassume qui la vicenda di Mathilde Sallier de La Tour (1838-1911) che narra il Giappone della fine dello shogunato; Paolo Linetti, direttore del Museo d’Arte Orientale “Mazzocchi”, introduce Tama Ragusa (1861-1939), pittrice che in Sicilia accosta stile italiano e giapponese; Carmen Covito, studiosa del teatro giapponese, presenta Sadayakko (1871-1946), la “Duse giapponese”, sintetizzandone l'esperienza europea, in particolare italiana, esperienza trattata in modo approfondito nel libro che le ha dedicato; Ōyama Hisako (1870-1955) e Miura Tamaki (1884-1946), parte del mondo di Puccini come ispiratrice l’una ed esecutrice l’altra, sono introdotte rispettivamente dalla critica musicale Hagiya Yukiko e da Luciana Galliano, già docente di storia della musica giapponese all’ateneo di Venezia, mentre Annalisa Somma, che dedica i suoi studi alla scrittura femminile, ci parla di due viaggiatrici, Angelina Fatta (1870-1963 baronessa di Villaurea) e la giornalista femminista e fascista - in sé una interessante contraddizione - Maria Albertina Loschi (1888-1981), viaggiatrici per diletto o per lavoro. Ancora al fascismo sono legate Topazia Alliata Maraini (1913-2015) e Giuliana Stramigioli (1914-1988), politicamente opposte e protagoniste di due diversi mondi artistici , pittura e cinema , presentate l’una dalla figlia Toni e l’altra da chi scrive, a lungo sua collaboratrice a Sapienza Università di Roma. Un mondo più vicino è quello di Jenny Banti Pereira (1924-2015), raccontato da Silvana Mattei, allieva storica della “madre” dell’Ikebana in Italia. Atsuko Ricca Suga (1929-1998), cui dà voce Takeya Naomi, sua amica/allieva; Banana Yoshimoto (1964-) la conosciamo secondo le parole della sua ultima traduttrice, Gala Maria Follaco, e Rumiko Takahashi (1957-), di cui Gianluca Di Fratta è storico e studioso, sono invece figure attive nel mondo della scrittura, ormai così vicino da avere perso ogni alone di esotismo. Tutte loro, ciascuna a suo modo, hanno contribuito ai rapporti culturali fra Italia e Giappone, mentre il racconto delle loro vite, dipanandosi lungo poco più di cento anni, insieme costituiscono una prima trama per una piccola storia al femminile ancora tutta da scrivere. Un secolo di storia nascosta, narrata a più mani, un contributo per conoscere i fili invisibili che legano i due paesi.
Mathilde Sallier de La Tour
La contessa de La Tour, nata contessa di Brimont a Parigi in faubourg st.Germain, apparteneva alla più fine aristocrazia di quella gran metropoli, giovane ancora, formosa, aveva un personale distinto. Dotata di un non comune talento essa parlava più lingue, dipingeva con maestria e conosceva a perfezione la musica. Il suo sangue freddo e il suo coraggio potevano rivaleggiare con chicchessia che non fosse del suo sesso, dirò di più, che in varie circostanze addimostrò di avere maggior coraggio del sesso forte.
Così è descritta da un collaboratore in Legazione a Yokohama.
Le sue memorie giapponesi integrali in originale francese e traduzione inglese in G.A.Bertelli (curatore), The Travel Journals of Mathilde, Contessa Sallier de La Tour, into the interior of Japan, 1867-1870, Routledge, 2021. Una selezione tradotta in italiano è in uscita da Lindau entro l’anno: Impressioni di un viaggio in Giappone 1867-1870. Un suo viaggio in Italia, En Sicile, è pubblicato a cura di Vittorio Della Croce in Bollettino del C.I.R.V.I., n. 53, 2006.
Tama Eleonora Kiyohara Ragusa
Adesso ella ha nome Eleonora. E nonostante il valore con cui Eleonora Ragusa dipinge, è sempre O’Tama Chio Hara quando improvvisa dei fiori. Bisogna vederla. Toltasi di tasca una minuscola scatoletta da colori, come quella con cui si divertono i bimbi, … senza pensarci un istante, con pochi tocchi di pennello che disegna e dipinge in pari tempo, ella eseguisce un piccolo capolavoro.
Così la ritrae un amico siciliano nella biografia del marito scultore, Vincenzo Ragusa. Oltre a vari cataloghi di mostre e studi, recenti due storie romanzate della sua vita: Sara I. Belmonte, La pittrice di Tokyo, Rizzoli, 2022 e M. Soumarè, Il filo sottile del mare, Unicopli, 2022. In forma di manga, di Keiko Ichiguchi, scrittrice giapponese che vive in Italia e dell’illustratore Andrea Accardi, La vie d’Otama, ma in Francia, Kana 2024.
Sadayakko
Quando ella si avanza nelle sue vesti di stoffe esotiche, ma non ricche, in aspetto quasi dimesso … Sada Yacco vi sembra insignificante. Quando però tenuemente, quasi timidamente, comincia a recitare, con una vocetta squillante e argentina, dicendo parole che non s’intendono: la singolar musica di un linguaggio ignoto, quasi cantato da un gorgheggio di uccellina, vi prende… Ella va, viene, si curva, si raddrizza con una grazia che a nessun'altra rassomiglia.
Così ne scrive Matilde Serao e lo riporta nel suo corposo, ma insieme leggibilissimo studio Carmen Covito: Sadayakko, la Duse del Giappone, CLUEB, 2023.
Ōyama Hisako
Per riuscire nella sua impresa [Butterfly] però, [Puccini] ha assoluto bisogno di incontrare qualcuno che parli italiano e possa consigliarlo in maniera appropriata sulla musica giapponese. Ma esisteva qualcuno così? Alla fine Puccini riesce a incontrare la persona che risponde perfettamente ai requisiti: è Ōyama Hisako, a Roma come moglie del Ministro Plenipotenziario del Giappone in Italia.
Così nella ricostruzione di Yukiko Hagiya, critica musicale che in Giappone le ha dedicato recentemente un libro. R. Andriuzzi, “Madama Butterfly e Hisako Ooyama”, Leggere Donna, n. 179, 2018. Nell’inserto: T. Sawada, Madama Butterfly e mia nonna Hisako Ooyama.
Giuliana Stramigioli
Rashomon aveva vinto il Leone d’oro alla mostra internazionale del cinema di Venezia … era comparso un angelo, spuntando da chissà dove. Io nemmeno sapevo che Rashomonfosse stato presentato alla mostra. La rappresentante di Italifilm per il Giappone, Giuliana Stramigioli, l’aveva visto e l’aveva raccomandato al festival.
Questo speciale apprezzamento si legge in Quasi un’autobiografia, di Akira Kurosawa, ora Feltrinelli.
Un profilo approfondito della Stramigioli in A. Maurizi – T. Ciapparoni La Rocca (curatori), La figlia occidentale di Edo, Franco Angeli, 2012.
Topazia Alliata Maraini
Partecipando alla vita quotidiana [a Sapporo, nell’isola maggiore al nord del Giappone] a incontri, feste e rituali locali Topazia si immerse in quel composito ambiente culturale, sociale e umano. In particolare, poiché era pittrice, si interessò a conoscere le arti del Giappone. A Palermo, dove era nata nel 1913, aveva studiato agli inizi degli anni 30 alla Accademica di Belle Arti, legandosi d’amicizia con Renato Gottuso, Nino Franchina, Lia Pasqualino Noto….
D. Maraini, La nave per Kobe. Diari giapponesi di mia madre, Rizzoli 2001.
T. Maraini, Topazia Alliata. Una galleria d’arte con vista sul mondo, De Luca, 2022.
Fra le 13 donne qui ritratte, ci sono anche:
Miura Tamaki - cantante lirica dalla vita avventurosa e contro corrente, come molte di queste donne, il cui nome è legato alla Butterfly, di cui fu esecutrice ammirata da parte del compositore.
Angelina Fatta - (1870-19--) baronessa di Villaurea, benestante viaggiatrice che poté permettersi, e ne lasciò testimonianza, un viaggio difficile ed ambito in Giappone.
Maria Albertina Loschi - (1888-1963), giornalista, impegnata come femminista e per questo spesso all’estero, contraddittoriamente in Giappone come alfiere del fascismo.
Jenny Banti Pereira - nel libro il primo profilo della “madre” dello Ikebana in Italia.
Atsuko Suga in Rocca - la prima traduttrice che introduce in Italia i grandi scrittori del proprio paese: Kawabata, Tanizaki, Mishima.
Banana Yoshimoto - in una presentazione del consolidato fenomeno letterario fatta dalla sua traduttrice ormai storica.
Takahashi Rumiko - un ritratto che inserisce nella linea letteraria la prima scrittrice di manga conosciuta in Italia.