Corea
Folklore, miti e leggende
Scritto da - I racconti popolari coreani, fanno parte di un vasto genere letterario che comprende miti, leggende, proverbi e narrazioni orali.
Con il termine sinhwa (신화) si indicano i miti che risalgono all’antichità e trattano di storie di esseri soprannaturali che generano la Terra. È considerata la prima forma di narrazione orale. Con il termine chŏnsŏl (전설) si indicano invece le leggende popolari.
Tra il 1890 e il 1910, il folklore coreano non era considerato un genere distinto. Piuttosto, il racconto veniva utilizzato come artefatto storico per comprendere la cultura circostante. Diverse prospettive del folklore si sono basate su un quadro teorico, soprattutto a partire dal 1960, ma il folklore coreano come genere non è stato quasi mai discusso; al contrario, i ricercatori lo hanno utilizzato come un programma nazionalistico, che gli studiosi hanno valutato in modo approfondito per descriverne gli aspetti rilevanti.
Analizzando lo sviluppo storico degli studi sul folklore coreano dal XIX secolo a oggi, è possibile definirlo come un gruppo di storie: un genere unico per la cultura coreana, poiché i racconti folcloristici sono spesso variazioni della storia stessa e destinati principalmente al grande pubblico.
Il folklore rappresenta una costante nella tradizione orale coreana. La struttura sintagmatica di fondo dei racconti coreani ricorda altre tradizioni fiabesche. La rappresentazione permette al narratore e al pubblico di collegare le reti familiari alla società contemporanea, attraverso una concettualizzazione del passato, in un racconto che può essere facilmente ricordato. In molte tradizioni folcloristiche sono comuni le frasi ripetitive, tra cui la più nota è la frase di apertura “yetnal yetnare” (옛날 옛날에), ovvero “tanto, tanto tempo fa”, equivalente dell'italiano “c’era una volta”.
Gli studiosi coreani usano tre termini diversi per definire i racconti popolari: Yetnal iyagi (옛날 이야기), storie del passato, mindam (민담), storie del popolo e sŏlhwa (설화), storie che la gente trasmette per amore della tradizione. Yetnal iyagi e mindam presentano personaggi monodimensionali ambientati in un tempo e in un luogo non specificati, mentre le storie sono narrate come racconti di fantasia. I sŏlhwa, secondo alcuni studiosi, ritraggono personaggi multidimensionali presumibilmente basati sulla realtà.
Tradizionalmente, la narrazione orale viene tramandata per passaparola, nel corso di migliaia di anni e ogni genere riflette i tempi, le culture e le norme sociali.
Yetnal iyagi e mindam sono storie che seguono la definizione di folklore nella tradizione occidentale.
I contorni di questi due generi rientrano nelle fiabe dei fratelli Grimm: sono storie di fantasia, con un interprete principale che elabora la storia, usando un linguaggio formulaico, narrazioni in prosa e racconti multi-episodici in cui la magia è abituale.
I sŏlhwa, invece, sono storie che si suppone siano accadute nel passato. Di conseguenza, appartengono al genere delle leggende, piuttosto che a quello dei racconti popolari e descrivono presunti fatti in termini di tempo e luogo specifici.
Di seguito vengono riportati alcuni dei più famosi racconti in Corea.
Hŭngbu e Nolbu (흥부와 놀부)
Questo famoso racconto popolare coreano si basa su principi confuciani, ìsoprattutto l'importanza di mostrare rispetto per gli anziani.
Hŭngbu e Nolbu sono due fratelli. Il fratello minore, Hŭngbu, si prende cura di una rondine con una zampa rotta. Una volta guarita, la rondine, in segno di gratitudine, lo ricompensa con abbondanti ricchezze. Il fratello maggiore, Nolbu, tenta allora di ottenere per sé lo stesso tipo di fortuna che ha avuto il fratello minore, rompendo di proposito la zampa alla rondine. Ma così facendo ottiene solo sfortuna e danni.
La storia di fondo è che il fratello minore è una persona buona, mentre il fratello maggiore è una persona cattiva. Tuttavia, nonostante il fratello maggiore sia considerato cattivo, il fratello minore lo perdona per tutto ciò che ha fatto, permettendo al fratello maggiore di andare a vivere con lui a casa sua. E sarà proprio la convivenza a trasformare il fratello maggiore in un uomo migliore.
Il Sole e la Luna (해와 달 이야기)
Al centro della storia sono un fratellino e una sorellina. Un giorno la loro madre, tornando dal lavoro, si imbatte in una tigre. La donna porta un cesto di torte di riso sulla testa e il predatore le offre di non mangiarla in cambio di una torta di riso.
Mentre la madre torna a casa, continua a far cadere pezzi di torta di riso per il pasto della tigre. Ma una volta finiti, la tigre, non è ancora sazia, finisce per mangiare la madre. Ma anche così la tigre continua a essere avida di qualcosa da mangiare, così, indossati i vestiti della madre, va a casa sua a cercare la famiglia. Ma i bambini capiscono subito che non si tratta della loro madre. Per sfuggire alla tigre, si arrampicano su un albero vicino a un pozzo, inseguiti dalla tigre che tenta di salire sull'albero. Temendo per la propria vita, i bambini invocano il cielo, affinché mandi loro una corda per potersi arrampicare e mettersi in salvo. Con grande sorpresa e sgomento della tigre, appare una corda, che i bambini immediatamente usano per salire in cielo.
A quel punto anche la tigre chiede una corda, ma quella che le viene inviata è marcia. Così, mentre cerca di arrampicarsi verso il cielo, cade e muore. I bambini, invece, diventano il Sole e la Luna.
La tigre e il caco secco (호랑이와 곶감)
Di questa storia popolare, esistono diverse versioni. Qui riportiamo quella più. In ogni versione della storia, l'insegnamento morale riguarda la saggezza, con alcuni aspetti di pietà filiale.
Vicino ad un piccolo villaggio circondato da montagne viveva una tigre. Ogni volta che essa si presentava sulla cima della collina gli abitanti la terrorizzavano. In una notte gelida aveva nevicato così tanto che la cima era coperta di neve, così la tigre, molto affamata, non avendo mangiato per giorni, scese verso il villaggio. Raggiunta la porta di una casa, una volta entrata, sentì un bambino che singhiozzava. La mamma cercava di calmare il bambino, dicendogli di non piangere, perché fuori c'era una spaventosa tigre, ma il bambino continuava a piangere. La tigre era confusa, poiché il bambino continuava a piangere e non aveva paura di lei, mentre tutti gli altri la temevano.
Il bambino smise di piangere soltanto quando la madre gli offrì dei cachi secchi. La tigre si chiese se un cachi fosse più feroce e più temibile di lei.
Proprio in quel momento si sentì un improvviso rumore e qualcosa di pesante cadde sulla schiena della tigre. Pensando che le fosse caduto addosso un cachi, la tigre iniziò a fuggire per salvarsi.
In realtà, a precipitare sulla schiena della tigre era stato un ladro, spaventato per la sua stessa vita, avendo capito di trovarsi sulla schiena di una tigre e non di una mucca. Il ladro si tenne stretto alla schiena della tigre, finché non trovò un ramo d'albero a cui aggrapparsi per mettersi in salvo.
Anche la tigre si sentiva più sollevata e sicura, pensando che il cachi malvagio l'avesse finalmente lasciata in pace.
Come possiamo notare, la tigre (in coreano horangi, 호랑이) gioca un ruolo significativo nella cultura coreana. Storicamente, la tigre è fortemente associata alla cultura coreana ed è vista come rappresentativa dell'identità nazionale. Le tigri in Corea simboleggiano forza e potere e per questo motivo vengono spesso viste come lo spirito guardiano e protettore del popolo coreano. In Corea c'è chi ritiene che persino la stessa penisola coreana assomiglia a una tigre nell’atto di balzare.
La tigre è così strettamente legata alla Corea e alla sua storia, che molti racconti popolari iniziano con la frase '호랑이 담배 피우던 시절' ("al tempo in cui le tigri fumavano, tanto tanto tempo fa").