Ikkyū Sōjun
Scritto da -Tutti i culti, in tutte le epoche, tendono a evolvere secondo due direttrici, una ortodossa e istituzionale, propugnata dal clero che vi fonda la propria autorità e ne rivendica la trasmissione, e una più irregolare, individuale, mistica, che in genere si fa portatrice di una forte carica trasgressiva, sia verso il potere costituito sia nei confronti del senso comune. Proprio in virtù di questo slancio sovvertitore, spesso è accaduto che alle tradizioni eterodosse si associasse l’immagine della follia. In Russia chiamavano jurodivyj (pazzi in Cristo) quegli asceti laceri e sporchi che per le loro capacità di veggenti potevano permettersi di rimbeccare anche gli zar. In Tibet, i nyönpa (pazzi) erano mistici che perseguivano la Via dell’illuminazione al di fuori delle regole e delle pratiche degli ordini monastici, spesso infrangendo tabù legati al cibo o al sesso.
Anche lo zen giapponese ha il suo nyönpa. Si chiama Ikkyū.