L'arte giapponese dal secondo dopoguerra

Cristina Solano – Giappone in Italia -
“Le origini dell’Aikidō” - Il libro di Chiara Bottelli

I profondi e traumatici cambiamenti avvenuti in Giappone alla fine della seconda guerra mondiale hanno certamente scosso violentemente, ma non minato nel profondo la sua solida cultura, anzi, il clima del dopoguerra è sicuramente stato terreno fertile per la nascita di importanti movimenti artistici che, spesso, hanno anticipato ciò che, in arte, sarebbe poi avvenuto in Occidente.

Un nuovo concetto di arte, più libero e sperimentale, senza limiti e regole precise, che si concretizza nell'unione dello spirito con la materia, ispira e muove i componenti del gruppo Gutai, che nasce come espressione dell'energia repressa durante le restrizioni del periodo post bellico. É con questa idea comune che Murakami Saburo, Atsuko Tanaka, Kazuo Shiraga e altri artisti, si uniscono ad Osaka nel 1954, sotto la guida carismatica di Jiro Yoshihara, pionere dell'arte astratta, e Shozo Shimamoto, che aveva pensato al nome del gruppo proprio con il significato ambivalente di "concretezza" o "incarnazione". Così, in una scena artistica in cui i riflettori erano tutti puntati verso l'Occidente, il gruppo Gutai, dall'estremo Oriente, si fa notare mostrando la sua doppia anima: quella pittorica, legata al comune clima planetario dell'Informale, con la ricerca sul gesto e sul segno, anche coerente con l'antica arte della calligrafia (Shodo) e l'altra performativa, le cui azioni avrebbero influenzato gli artisti occidentali, che di lì a poco avrebbero seguito il loro esempio con lo sviluppo degli "Happening". Ciò che proponevano è stata

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Pagine Zen 112

maggio / agosto 2017
Tachi Koshirae di periodo Edo
Sommario
  • Tachi, katana e wakizashi
  • "Domande e risposte tra i monti"
  • La fortuna di Hiroshige Un Furisode del Museo d'Arte Orientale di Venezia
  • Azuma Kengiro Lo zen si fa scultura
  • Diversa da cosa? La locanda degli amori diversi
  • La forma dell'invisibile
  • Ryō Cercare il fresco, godersi il fresco
  • Womansword
  • Bonsai Origini di una parola riconosciuta universalmente
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Pagine Zen 115

maggio / agosto 2018
Pagoda al tempio Kiyomizu di Kyoto - Foto di Aldo Tollini
Sommario
  • Buddhismo e arte nel medioevo giapponese
  • 精進 Shōjin
  • Otomi Dicerie su una geisha di Edo
  • Il Drago e la Fenice tra Cina e Giappone
  • Mettersi in viaggio Strani incontri lungo la Tōkaidō.
  • Il disegno giapponese Tra manga e comics (seconda parte di tre)
  • La ri-apparizione di Giovanni Battista Sidotti
  • Le lettere dal Giappone (1929) di Maria A. Loschi
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Pagine Zen 116

settembre / dicembre 2018
Elmo da parata ricoperto in lacca nera in stile “zunari kabuto” con vere corna di cervo e cimiero frontale (maedate) a forma di mezza luna crescente. Periodo Taishō-Shōwa.
Sommario
  • Kabuto Funzioni e simboli dell'elmo giapponese
  • Mushotoku 無所得
  • Il Kirin di Meinertzhagen Una leggenda?
  • Buddhismo e arte nel medioevo giapponese
  • Sulla scena del Nō Costumi da teatro del Museo d’Arte Orientale di Venezia
  • Un kami fra i ciliegi Ebisu il sorridente
  • Il diario giapponese di Antonio Locatelli (1923)
  • Il disegno giapponese Tra manga e comics (terza e ultima parte)
  • Un ricordo di Sōseki bambino
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Pagine Zen 118

maggio / agosto 2019
Immagine di Kokeshi tratta da www.1stdibs.co.uk
Sommario
  • I kokeshi del Tōhoku
  • Lealtà 誠忠
  • Le porcellane Celadon …dove Celadon rotola giù - il suo rapido flusso…
  • Il ritratto buddhista giapponese e l'iconografia di Daruma Una riflessione
  • Luci al neon: Gutai a Osaka City
  • Leggiadre visioni (seconda parte) Pettini e acconciature giapponesi tra storia e mondanità
  • Hikikomori ひきこもり La socialità negata delle personalità evanescenti
  • Mizuko kuyō nel Giappone contemporaneo (prima parte)
  • Muga-muchū
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