Approfondimenti - Temi Zen

Di seguito sono visualizzate le anteprime degli approfondimenti di articoli pubblicati su Pagine Zen. In alternativa è possibile consultare l'elenco sintetico di tutti gli approfondimenti pubblicati visitando questa pagina.

Yan Geling: Autrice tra due mondi

Scritto da Chiara Bartoletti -
Yan Geling

Il periodo della Rivoluzione Culturale cinese (1966-1976) è stato vissuto con intensità e ripercussioni diverse dalle varie generazioni che l’hanno attraversata. Tra coloro che maggiormente sono riusciti nell’intento di rielaborazione del proprio vissuto contribuendo alla creazione di una memoria collettiva di quel periodo, ci sono le autrici e gli autori nati negli anni Cinquanta. Molti di loro sono diventati protagonisti della scena letteraria nazionale cinese negli anni Ottanta, un’epoca considerata “d’oro” per la vivacità culturale e intellettuale che caratterizzava la società, anche grazie all’ingresso nel paese di nuove correnti e nuovi stimoli culturali provenienti dall’estero. In quegli anni, dopo il decennio di estrema chiusura e censura della Rivoluzione Culturale, grazie anche ai movimenti culturali e letterari occidentali che finalmente facevano il loro ingresso in Cina, i giovani intellettuali cinesi assaporarono finalmente un certo grado di libertà di espressione e sperimentazione, sia da un punto di vista formale che contenutistico. Molti di loro scelsero di emigrare all’estero, prima per studio e poi per stabilircisi stabilmente, andando a costituire e alimentare quel gruppo di autori e autrici cosiddetto “della diaspora”, che negli anni successivi cercarono di rielaborare il proprio passato e il proprio presente di emigrati, cimentandosi nell’utilizzo di diverse forme narrative e anche di lingue diverse (in particolare l’inglese e il francese)...

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Yōkai - Le antiche stampe dei mostri giapponesi

Scritto da Gaia Poinelli -
Yōkai

Folklore, mistero, vendetta, tenebre … Tutto questo è Mostri Giapponesi. Brividi e leggende al riflesso della luna. Numerose sono le leggende da brivido che si susseguono all’interno del volume a cura di Paolo Linetti, i cui tre principali autori sono Paolo Linetti, Rebecca Rossi e Gaia Poinelli, con il contributo di Laura Graziano e Susanna Marino. Il prospero mondo dei mostri che popola il Paese del Sol Levante prende forma attraverso descrizioni dettagliate, leggende e confronti tra antico e contemporaneo; andando a creare una panoramica completa degli abitanti del mondo preternaturale giapponese.

Nell’Europa occidentale è radicata la credenza di una netta divisione tra il mondo naturale e quello soprannaturale. Le creature del folklore giapponese, invece, non si collocano su un piano superiore rispetto a quello degli uomini e della realtà. Addirittura i mostri dell’estremo Oriente popolano il quotidiano, le nostre stesse città. Essi nascono principalmente dal bisogno di conferire una spiegazione a particolari fenomeni naturali o per dare risposte alle inquietudini della vita quotidiana...

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Lo Shaolin Kung Fu - La modernità (seconda e ultima parte)

Scritto da Pietro Biasucci -
Lo Shaolin Kung Fu (seconda e ultima parte)

Nonostante i racconti dei monaci Shaolin su Bodhidharma siano avvolti da un alone di misticismo che trascende la realtà e non siano sempre confutati da documentazione, la venuta del patriarca incise notevolmente sulla storia del monastero. Tale fu la sua sfera di influenza come Guida spirituale che le generazioni dei monaci cominciarono a susseguirsi nella loro discendenza a partire proprio da lui. A tutti gli effetti Bodhidharma è considerato il capostipite dell’ordine Chan dei monaci Shaolin.

Oggi i monaci Shaolin ordinati, siano essi di natura religiosa o laica, appartengono alla trentaquattresima e trentacinquesima generazione a partire dal mistico Bodhidharma.

Dopo la venuta di Bodhidharma la fama dei monaci Shaolin crebbe fino a divenire leggendaria in tutta la Cina, come se il mistico avesse dato vita ad una scintilla che si tramutò in fiamma.

I monaci Shaolin divennero talmente celebri da essere considerati a fasi alterne nella storia risorse preziose al servizio delle dinastie imperiali o minacce da eliminare...

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Kyoto Butoh-kan: il primo teatro al mondo dedicato alla danza butō

Scritto da Fabio Massimo Fioravanti -
Kyoto Butoh-kan

Nel settembre del 2016 – di nuovo a Kyōto per fotografare – venni a sapere da una cara amica giapponese, anche lei fotografa, che conosceva la mia grande passione per la danza butō, che da poco era stato aperto in città un piccolo teatro dedicato completamente a quest’arte. Cercando in internet trovai il sito web e scrissi subito una mail al Kyoto Butoh-kan spiegando chi ero e chiedendo se fosse possibile fare delle riprese fotografiche.

Mi rispose – a breve giro – Abel Coelho, che a quei tempi coordinava l’organizzazione del teatro, invitandomi a vedere il giovedì successivo la performance in cartellone: Hisoku (Colore segreto) di Ima Tenko.

Così in una tiepida sera di inizio autunno mi ritrovai a cercare nel centro di Kyōto questo nuovo teatro che aveva inaugurato l’attività poco più di due mesi prima: giovedì 7 luglio 2016.

Tra gli alti moderni palazzi di uffici compresi tra Oike Dori e Sanjo Dori non immaginavo potesse ancora “resistere” un piccolo kura, un antico magazzino tradizionale costruito con le pareti di pietra e terra e chiuso da una spessa e pesante porta di legno.

Dopo qualche giro a vuoto infine lo trovai appena a nord dell’incrocio tra Koromonotana Dori e Sanjo Dori.

Grande fu la mia sorpresa....

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Il pattinaggio artistico su ghiaccio in Cina: Origine e evoluzione

Scritto da Clara Bulfoni -
Il pattinaggio artistico su ghiaccio in Cina

Come afferma lo storico degli sport invernali Guo Lei, il pattinaggio su ghiaccio apparve in Cina nel 1745, decimo anno di regno dell’imperatore Qianlong dei Qing (1644-1911), che regnò dal 1736 al 1766, e che fu un grande appassionato di questo sport che definì ‘costume nazionale’.

Uno dei più importanti eventi invernali per i regnanti Qing era l’esibizione da parte dell’ ‘Esercito di pattinaggio su ghiaccio delle otto bandiere’, una forza speciale di 1600 soldati allenati a combattere sul ghiaccio:

Le bandiere erano unità militari, economiche, politiche e sociali mancesi. Il sistema fu introdotto da Nurhaci (1558-1626) nel 1601 per riunire sotto il proprio comando i mancesi. L’unità base delle bandiere era la niru, «compagnia» di 300 uomini abili alle armi, più le loro famiglie e la servitù. Nel 1615 da quattro passarono a otto, mentre nel 1634 furono stabilite otto bandiere. mongole e nel 1642 otto bandiere cinesi. Prevalentemente a carattere militare, le bandiere svolgevano anche importanti funzioni amministrative, sociali ed economiche. Durante la dinastia Qing le bandiere furono distribuite nei punti strategici dell’impero.
P. Corradini
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