Otomi
-Si dice che fosse così bella da assomigliare all’attore Iwai Hanshirō IV (1747–1800). Il volto paffuto e angelico, l’espressione benevola e rassicurante. Si chiamava Otomi e viveva a Tachibanachō, un quartiere pulsante di vita nella Edo mondana, a due passi dalla bottega del farmacista Ōsakaya Heiroku. Di mestiere faceva la geisha.
Con questo termine non si era fatto altro che tentare di dare un nome nuovo a un’antica professione, ma nessuno era stato così sciocco da non accorgersi che dietro una tanto raffinata etichetta giacevano vecchie abitudini contro cui più volte l’amministrazione di Edo e lo stesso bakufu si erano scagliati. Leggiamo dallo Yakkodako di Nanpo: «Un tempo chiamavamo danzatrici...»