Approfondimenti - Temi Zen

Di seguito sono visualizzate le anteprime degli approfondimenti di articoli pubblicati su Pagine Zen. In alternativa è possibile consultare l'elenco sintetico di tutti gli approfondimenti pubblicati visitando questa pagina.

Quando la vendetta è donna. L’esempio delle sorelle Miyagino e Shinobu

Scritto da Rossella Marangoni -
Quando la vendetta è donna

In epoca Tokugawa (1603-1868), in una società in cui la vendetta era strettamente regolamentata, una vendetta condotta da una donna era considerata impropria perché non contemplata dalla legge né dai costumi. Tuttavia, nei rari casi di donne che vendicarono il padre o il marito, poiché, in assenza di un erede o parente maschio in grado di perseguire la vendetta, a una moglie o una figlia poteva essere concesso il permesso di intraprenderla, questi episodi venivano immediatamente ripresi dal teatro e dall’arte dell’ukiyo-e, trasformandone le protagoniste in vere e proprie eroine. Tale, ad esempio, è il caso della vendetta delle sorelle Miyagino e Shinobu, avvenuta nel castello di Shiroishi, (anche Shiraishi) nel feudo di Sendai, e adattata per il jōruri e per il kabuki in un dramma del 1780, Go Taiheiki Shiroishi banashi (La storia di Shiroishi e la Cronaca della Grande Pace).

L’episodio storico risale al 1636. Animate da pietà filiale, senso di lealtà e delle virtù guerriere introiettate anche dal popolo, le giovanissime sorelle (la maggiore, Miyagino, ha solo 13 anni) decidono di vendicare l’ingiusta morte del padre, Yomosaku...

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Blanc de Chine - Le porcellane di Dehua

Scritto da Carla Gaggianesi -
Blanc de Chine

Il nome “Blanc de Chine”, del tutto descrittivo, fu dato da due studiosi francesi nel 19° secolo allo scopo di descrivere la porcellana bianca che dalla Cina, veniva importata, in piccole quantità, in Europa dalla fine del 17° secolo. I cinesi, per le stesse porcellane, hanno sempre adottato il nome BAI CI (bai bianco; ci porcellana) per indicare quella finissima porcellana da loro sempre ammirata e preferita in quanto, pare, accostassero il colore alla giada bianca o all’avorio (sostituto della giada ma notevolmente meno costoso), si può addirittura supporre che il tono rosato di alcuni BdC, altamente apprezzato (anche se un po' macabro), fosse creato per...

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Leggiadre visioni (terza e ultima parte): Pettini e acconciature giapponesi tra storia e mondanità

Scritto da Rossella Marangoni -
Leggiadre visioni

Sciolse i capelli per avvolgerli in due crocchie a sinistra e a destra del capo, e sia le crocchie sia la ghirlanda sia le braccia adornò con preziosi e fitti grappoli di vistose gemme tornite.” Così nel Kojiki è descritta Amaterasu Ōmikami nell’atto di prepararsi allo scontro con il fratello Susanoo no mikoto che teme stia sopraggiungendo a usurparle il regno. Le gemme tornite di cui parla l’antica cronaca sono i magatama, pietre ricurve dal carattere magico e simbolico, attributo di regalità e, insieme, di forza e potenza.

Un altro esempio ricavato dall’altra cronaca giapponese dell’VIII secolo, il Nihonshoki, è, a mio parere, altrettanto significativo. Racconta il mito che la dea del sole, Amaterasu, indispettita dal comportamento del fratello Susanoo, si era rifugiata in una caverna, precipitando così il mondo nell’oscurità. Sarà la danza orgiastica eseguita dalla dea Ame no uzume a far uscire Amaterasu dal proprio nascondiglio, provocando, con la sua danza scomposta...

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Architettura giapponese tradizionale

Scritto da Alessandra Bonecchi -
Architettura giapponese tradizionale

L’architettura giapponese tradizionale è caratterizzata dall’uso di materiali naturali, primi fra tutti il legno. Trattandosi di un materiale che respira, il legno ben si adatta al clima giapponese: assorbe umidità nei mesi piovosi e rilascia umidità nei mesi asciutti. Una struttura in legno può durare fino a 1000 anni, con le dovute cure, e la scelta della composizione ad incastri consente di smontare gli edifici per i periodici lavori di restauro. Altri materiali di uso comune nell’architettura tradizionale sono le canne, la paglia di riso, la corteccia, l’argilla, la pietra.

Il santuario shintoista di Ise, il più importante e sacro, in quanto dedicato alla divinità del sole Amaterasu, si ritiene possa risalire a circa 2000 anni fa e quindi rappresenta uno degli esempi più significativi dei principi fondamentali dell’architettura tradizionale giapponese...

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Shikoku e gli 88 templi (seconda e ultima parte)

Scritto da Luigi Gatti -
Shikoku e gli 88 templi

Diverse sono le leggende relative alla genesi del cammino di Shikoku, la più accreditata ha come protagonista Emon Saburo, un avido commerciante del Novecento che viveva con la moglie e otto figli in una città nel sud dell’isola, l’attuale Matsuyama. Una mattina, un viandante si presentò elemosinando alla porta di Emon il quale, dopo averlo insultato e deriso, lo cacciò malamente.

L’indigente si ripresentò per più giorni, altri sette per l’esattezza, ed ogni mattina Emon gli riservava il medesimo trattamento, divenendo ogni giorno più severo e furioso fino ad aggredirlo con un bastone. Nel tentativo di evitare l’ingiustificata percossa, il mendicante si fece sfuggire dalle mani l’anfora per l’elemosina che cadde al suolo distruggendosi in otto cocci.

Fu l’inizio di un periodo di sciagure che portarono...

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