Pagine Zen 134

settembre / dicembre 2024
Falco e fiori di ciliegio – 1834 Katsushita Hokusai (1760–1849)
Sommario
  • Animali e buddhismo in Giappone
  • 無明 Ignoranza Inconsapevolezza Giapponese: mumyō / Cinese: wúmíng / Sanscrito: avidyā
  • Sulle shin hanga
  • Le rocce da letterati Porte che aprono a una diversa visione
  • Il Siddhaṃ Una meravigliosa forma di scrittura - La storia
  • Hanbok La colorata leggiadria degli abiti tradizionali della Corea del Sud
  • Il viaggio in Manciuria di Natsume Sōseki
  • Fuori dal cono d’ombra
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Le rocce da letterati

Scritto da Vittorio Urbani -
Le rocce da letterati
Un ritratto del XIX secolo di un funzionario dell’impero cinese vestito in semplici ma eleganti abiti domestici ci mostra un uomo di età avanzata ma ancora nel pieno controllo di sé e di quanto ha intorno. Siede compostamente in un interno in cui, accanto ad oggetti che indicano una professione intellettuale (libri e un calamaio) e uno stato di agiatezza (un paravento in marmo, vasi di fiori), compare un oggetto bizzarro: un pezzo di roccia contorto posto su un vaso con un piccolo bambù. A prima vista, ciò può sembrare una disposizione floreale puramente decorativa, ma si tratta di qualcosa in più. Questo oggetto è una “roccia da letterato” e sembrerebbe una riproduzione in miniatura di una montagna, o di un paesaggio. Invita l’osservatore a considerare la relazione tra grande e piccolo, vicino e lontano, ad apprezzare la ricca trama di un paesaggio naturale e a riflettere sulle molte contraddizioni causate dalla presenza dell’uomo nella natura.
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Il Siddhaṃ (prima parte)

Scritto da Costanza Brogi -
Il Siddhaṃ (prima parte)

I caratteri Siddhaṃ, chiamati Bonji in Giappone, rappresentano il divino, nascono in India e sono stati diffusi in Giappone grazie a Kūkai, il fondatore della scuola Shingon, che li ha approfonditi in Cina, anche se erano già arrivati nel paese del sol levante prima del suo viaggio. È stato grazie a Kūkai se questi caratteri non si sono perduti e se sono arrivati fino a noi così, in tutta la loro bellezza.

Il Siddhaṃ è una forma di scrittura del Sanscrito, nata nel nord dell’India. Il Sanscrito è arrivato in India grazie agli Arii, il popolo che dal Turkestan, regione dell’Asia centrale, ha colonizzato l’India intorno al 1500 a.C., stabilizzandosi e creandovi una civiltà. Il Sanscrito si è sviluppato dal loro linguaggio, anche se la maggior parte delle lingue parlate in Europa, India e Persia hanno tutte questa origine. La forma più antica di Sanscrito deriva dai Veda, poi si è evoluta nel Sanscrito classico, ma era una lingua usata non tanto dal popolo, quanto da...

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Pagine Zen 133

maggio / agosto 2024
“Dipinto di attività femminili - bonsai”, 1905, collezione privata. Chikanobu “Bonsai” da Fujin Shoreishiki no zu (Etichetta femminile), trittico – 1905
Sommario
  • Il bonsai nel Giappone di periodo Meiji
  • 如幻 Nyogen Come un sogno
  • Sulla via dello Zen e dell'arte marziale La mia esperienza
  • Sulle tracce della divinità cinese
  • Neko mon amour Il gatto e il Giappone
  • Emaki Un breve profilo storico
  • Quando gli animali parlano Antropomorfismo e censura nel periodo Edo
  • Il complesso tombale coreano di Koguryŏ
  • Ikebana svelato
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Sulle tracce della divinità cinese

Scritto da Fabio Smolari -
Sulle tracce della divinità cinese

“Il cinese nasce taoista, da adulto diviene confuciano e muore buddista” – recita un detto popolare. L’idea di un “Dio geloso” – tipica delle grandi religioni monoteiste mediorientali – è sconosciuta in Cina. Nulla impediva, ed impedisce, ai cinesi di abbracciare diverse fedi, di passare dall’una all’altra, di partecipare a riti di diverse confessioni. Il credente cinese non è tenuto ad obblighi cerimoniali comunitari né ad un rapporto diretto con i ministri del culto. I templi sono riservati ai religiosi che hanno fatto una scelta di vita, ma sono aperti a tutti (tranne gli eremi) e chi ha bisogno di aiuto, conforto o servizio religioso, può recarvisi liberamente...

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Emaki

Scritto da Marco Milone -
Emaki

Le origini degli emaki vanno ricercate in Cina e, in misura minore, in India e in Corea, paesi che rimarranno le principali fonti di ispirazione artistica giapponese sino ai tempi moderni. Già nel III secolo a.c. troviamo forme di narrativa illustratasi durante la dinastia Han, quali i fregi dalle camere funerarie, e nel II secolo d.c. vengono raffigurate scene di caccia per decorare le ceramiche, sotto la dinastia Zhou. I primi esempi hanno la forma di una sottile striscia cesellata, sulla quale si svolge una scena in vivace movimento. Notevole risulta la celebre lastra in cotto, dipinta ad agili tratti di pennello, depositata allo MFA di Boston, che mostra gruppi di figure impegnate in azioni o in trattenimenti vivaci, che sembrano anticipare la tensione psicologica-narrativa e ritmica-formale, tipica degli emaki...

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Pagine Zen 132

gennaio / aprile 2024
Anziano del clan Nabeshima. Rotolo verticale dipinto a inchiostro e colori su seta. Si distingue l’impugnatura della spada, alla quale si accompagna un ventaglio nella mano destra. Opera di scuola Tosa databile tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo
Sommario
  • 苗 Miao Costumi e gioielli dalla Cina del Sud
  • Hagakure Una nuova ideologia per i samurai di Edo
  • 正名 Zhèngmíng Rettifica dei nomi
  • Colori e design dal Giappone Un percorso tra arte, storia e letteratura
  • Daoyin L’antica arte cinese della salute e della longevità
  • Il tatuaggio punitivo in Cina e in Giappone
  • La lacca rossa intagliata al Museo d'Arte Orientale di Venezia. Dalla Cina al Giappone
  • Hwang Chini, Hŏ Nansŏrhŏn e Shin Saimdang Tre poliedriche artiste coreane del periodo Chosŏn
  • Shōbōgenzō Zuimonki Eihei Dōgen, Discorsi informali
  • "Onibaba" di Rossella Marangoni Il mostruoso femminile nell’immaginario giapponese
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苗 Miao

Testo a cura del Museo d'Arte Orientale di Venezia -
苗 Miao

In occasione della ricorrenza dei 700 anni dalla morte di Marco Polo, il Museo d’Arte Orientale di Venezia dedica una mostra alle popolazioni miao della Cina. I miao e le altre minoranze etniche riconosciute dal governo cinese sin dai primi anni Cinquanta, mantengono con orgoglio la propria lingua, la propria cultura e la propria identità.

I miao esprimono al meglio le loro abilità artigiane nella realizzazione di tessuti e dei ricami, dove applicano tecniche antichissime come la calandratura, la tintura a riserva, la produzione del feltro di seta. Questo patrimonio, che non è solo materiale ma è costituito anche da saperi di un tempo remoto, si tramanda di generazione in generazione e riflette l’estetica e i valori di queste popolazioni.

Motivi decorativi come la farfalla, madre mitologica, il fantastico uccello che covò le uova da lei deposte, che diedero vita ai primi miao, il drago, creatura benevola, nelle sue diverse forme, raccontano il culto degli antenati e la ricca tradizione orale di miti, leggende e storie...

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Daoyin

Scritto da Fabio Smolari -
Daoyin

“L’arte del nutrimento vitale” (yangsheng zhi dao 養生之道) è l’insieme di tutte le pratiche, le tecniche e le conoscenze atte a promuovere una vita salutare e longeva, un tema al quale la cultura cinese ha dedicato sempre molta attenzione.

Già a partire dal V secolo a.C. il sogno di “vivere a lungo senza invecchiare” (chansheng bulao 長生不老) era un’aspirazione comune a molti aristocratici cinesi.

Tra i vari metodi individuati per perseguire lo scopo, l’esercizio fisico era in genere ritenuto di primaria importanza.

Fu in tale contesto che prese vita una disciplina ginnica tesa a migliorare la salute e prevenire le malattie dal nome di daoyin 導引 – da dao 導 “guidare” e yin 引 “tirare” – un termine che fu interpretato nelle epoche successive come: “guidare l’energia vitale per armonizzarla e tirare il corpo per ammorbidirlo”. Quale sia stata l’origine esatta della disciplina non è dato saperlo, ma già nel IV secolo a.C. era praticata...

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Il tatuaggio punitivo in Cina e in Giappone

Scritto da Costanza Brogi -
Il tatuaggio punitivo in Cina e in Giappone

Nel sistema penale del Giappone antico le punizioni a seguito di reati erano tante, ma una in particolare era il tatuaggio. Questo tatuaggio punitivo era inflitto per reati minori e ciò che rimaneva nella pelle del condannato era una sorta di fedina penale visibile a tutti. L’Irezumi, nel sistema penale dell’antico Giappone, si inserisce tra le pene previste per reati minori e come punizione aggiuntiva ad altre, come poteva essere ad esempio il Tataki, che consisteva letteralmente in bastonate. Il nome Irezumi入墨 deriva da 「入れる ireru, che significa inserire e 「墨 sumi, inchiostro...

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Pagine Zen 131

settembre / dicembre 2023
Katsushika Hokusai, “Montagne su montagne”, da “Cento vedute del monte Fuji”, 1834.
Sommario
  • Giappone e montagne (seconda e ultima parte) Sacralità, inclusione e alterità
  • 關 (関) KAN, seki Sbarra di legno usata per chiudere la porta, barriera, limite, chiudere
  • Mostri femminili I tanti volti delle sirene giapponesi
  • Scuola Ohara L'ikebana tra antiche tradizioni e nuove prospettive
  • Ninja: il volto nascosto Dipanare la nebbia che avvolge i guerrieri ombra del Giappone
  • Bagliori dorati Lacche giapponesi del Museo d'Arte Orientale di Venezia
  • Cina La carta e i libri senza carta
  • Teatro coreano La suggestiva arte del P’ansori
  • Sotto l’ombrello a Tokyo Frammenti di vita giapponese
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Cina - La carta e i libri senza carta

Scritto da Isabella Doniselli Eramo -
Cina - La carta e i libri senza carta

Uno studio di un pioniere della sinologia di inizio Novecento ha anticipato gli esiti delle ricerche archeologiche che hanno portato alla luce i libri scritti su liste di bambù.

La carta è uno dei grandi ritrovati di cui il mondo intero è debitore della Cina, insieme al tè e alla seta. In realtà, come è ampiamente illustrato nella colossale opera enciclopedica di Joseph Needham, Science and Civilisation in China (Cambridge University Press, 1954-2011) la cultura ufficiale cinese è orgogliosa soprattutto di quelle che definisce le Quattro Grandi Invenzioni che hanno dato un importante impulso alla civiltà del mondo intero: carta, stampa, polvere da sparo e bussola. Ma non può essere sottovalutata l’importanza di altre innovazioni quali: la bachicoltura per la produzione della seta, la porcellana, il tè, la cartamoneta, l’agopuntura, l’aquilone, il sismometro, i fuochi d’artificio, la balestra, le bombe incendiarie, le bombe a granata, le vaccinazioni, la dietetica, il carbone combustibile, il lanciafiamme, la fusione dell’acciaio, molti giochi da tavolo e sportivi.

È innegabile che, fra tutti, il ritrovato che ha dato al mondo il maggior apporto in termini utilità pratica e impulso alla diffusione della cultura, sia la carta. Da quando si è diffusa dalla Cina nel resto del mondo, infatti, la carta è...

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