Giappone e montagne (seconda e ultima parte)

Scritto da Marianna Zanetta -
Giappone e montagne (seconda e ultima parte)

Quanto detto nella prima parte di questo saggio è necessario per comprendere la portata ideologica di alcune affermazioni e i rischi di leggere in modo astorico e acritico certe dichiarazioni programmatiche. Sono anche un punto di partenza importante per poter guardare con occhi diversi alle montagne giapponesi, quelle immense fonti di paura, reverenza e venerazione che popolano l’immaginario religioso nipponico. Come già ricordava Raveri nei suoi testi (2006, 2013), il Giappone è popolato di innumerevoli montagne sacre a cui si richiamano diverse tradizioni. Tra queste, trovo giusto ancora una volta partire da uno dei simboli più importanti, penetrato ampiamente nella cultura pop e nell’immaginario internazionale: parlo ovviamente del monte Fuji che, con 3.776 metri di altezza si attesta come la montagna più alta del Giappone...

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Pagine Zen 131

settembre / dicembre 2023
Katsushika Hokusai, “Montagne su montagne”, da “Cento vedute del monte Fuji”, 1834.
Sommario
  • Giappone e montagne (seconda e ultima parte) Sacralità, inclusione e alterità
  • 關 (関) KAN, seki Sbarra di legno usata per chiudere la porta, barriera, limite, chiudere
  • Mostri femminili I tanti volti delle sirene giapponesi
  • Scuola Ohara L'ikebana tra antiche tradizioni e nuove prospettive
  • Ninja: il volto nascosto Dipanare la nebbia che avvolge i guerrieri ombra del Giappone
  • Bagliori dorati Lacche giapponesi del Museo d'Arte Orientale di Venezia
  • Cina La carta e i libri senza carta
  • Teatro coreano La suggestiva arte del P’ansori
  • Sotto l’ombrello a Tokyo Frammenti di vita giapponese
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Mostri femminili

Scritto da Rossella Marangoni -
Mostri femminili

Nel pandemonio ricco e variegato degli yōkai, la presenza di creature femminili è particolarmente rilevante per numero e mostruosità. Non solo. I mostri femminili giapponesi danno conto di un quadro culturale in cui l’identificazione donne-malvagità è pervasiva, come ho avuto modo di raccontare nel mio ultimo libro Onibaba. Il mostruoso femminile nell’immaginario giapponese (Mimesis 2023).

Qui vorrei soffermarmi su una creatura del mare che non compare nel libro per motivi di spazio, un personaggio di cui esistono più varianti iconografiche e che travalica i generi: la sirena.

Sin dall’antichità presero a diffondersi voci di strani accadimenti: si raccontava che sulle coste del Giappone occidentale i pescatori si ritrovassero a volte nelle reti creature bizzarre e inquietanti, il volto umano e il corpo di pesce...

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Ninja: il volto nascosto

Scritto da Christian Russo -
Ninja: il volto nascosto

Da spie dell’antichità giapponese a icone pop mondiali: l'immagine degli Shinobi, maggiormente conosciuti oggi come Ninja, affascina e intriga… tuttavia, la realtà storica è offuscata dalle nebbie della finzione e dei miti.

In quest'articolo, ci addentreremo oltre la nebbia, esaminando alcuni degli elementi oggi disponibili per cercare di svelare i misteri degli enigmatici guerrieri ombra del Giappone.

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Giappone e montagne (prima parte)

Scritto da Marianna Zanetta -
Giappone e montagne (prima parte)

Natura e sacro sono due termini che vengono spesso accostati quando si parla di cultura giapponese. In particolare le montagne, yama (che costituiscono più del 70% del territorio nipponico) sono state e sono tuttora oggetto di culto, di adorazione e di fascinazione. Le montagne giapponesi sono territori sacri, dove l’essere umano non dovrebbe permettersi di entrare; sono la dimora del soprannaturale in tutti i suoi aspetti, e raccolgono alle loro pendici tutti i vari spiriti e spettri di varia potenza e indole. Numerosi sono i culti e le correnti che ruotano attorno alla sacralità della montagna, dallo Shugendo a varie pratiche delle scuole buddhiste.

Tuttavia, quando parliamo di natura e sacro in Giappone siamo spesso vittime di un immaginario ereditato da decenni di ideologie, che hanno volutamente rimosso alcune dinamiche culturali e storiche e si sono spesso mescolate a riflessioni duramente nazionalistiche. Dobbiamo allora guardare a questa relazione con occhi nuovi, per poterne assaporare con più piacere le sfumature e le trasformazioni. Per farlo, dobbiamo procedere per piccoli passi...

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Flora Japonica

Scritto da Roberto Borriello -
Flora Japonica

Quando due culture completamente diverse si incontrano possono accadere solitamente due cose: sopraffazione di una cultura sull’altra oppure l’inizio di una sinergica collaborazione. Tra Olanda e Giappone si instaurò fin da subito un legame d’intesa. Tutto ebbe inizio quando nel 1594 il porto di Lisbona fu precluso agli Olandesi e Inglesi per volere di Filippo II, re di Spagna, in risposta alle controversie che intercorrevano tra protestanti e cattolici (Tamburello 1974: 144). Ciò spinse l’Olanda ad intraprendere proprie rotte commerciali senza dipendere più da intermediari e ad espandere anche la loro presenza nei mari orientali, fino ad allora esclusivo dominio delle forze iberiche cattoliche. Da Amsterdam si iniziarono a diramare diverse spedizioni che oltrepassarono il Capo di Buona Speranza, attraversavano l’Oceano Indiano per infine immettersi nel pacifico. Un altro percorso per giungere in Oriente fu rappresentato dalla spedizione di cinque navi (De Hoop, De Liefde, T. Geloof, De Trouw, De Blijde Boodschap) nel 1598 che, dopo aver navigato lungo le coste del Cile e del Perù, attraversarono lo Stretto di Magellano (Carioti 2012: 90). Decisiva fu la sorte che toccò alla De Liefde che, riuscendo ad approdare in un porto del Kyūshū 九州, stabilì il primo dialogo con i Giapponesi. Da questo momento le relazioni tra i due paesi iniziarono a consolidarsi e rimanere durature fino alla fine del governo militare (bakufu幕府) Tokugawa徳川(1603 – 1868) perfino dopo l’attuazione dei rigidi provvedimenti di restrizione ai commerci (sakokurei 鎖国令) motivati soprattutto per le continue ingerenze e dispute tra i diversi predicatori cattolici, che furono espulsi dal paese nel 1639. I Giapponesi riconobbero nel 1641 come unica presenza occidentale nel proprio paese gli Olandesi con una base fissa e serrata presso l’isola artificiale di Deshima 出島 nella baia di Nagasaki長崎. Deshima divenne non soltanto la base commerciale (factorij) che connetteva l’Europa e il Giappone ma anche...

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Pagine Zen 130

maggio / agosto 2023
Eiheiji (1244), il tempio di Dōgen.
Sommario
  • La Via del Buddha secondo Dōgen
  • 道生一 Il dao produce l'Uno Godere le arti
  • Sadayakko, la Duse del Giappone Cronache della prima tournée di teatro giapponese in Italia (1902)
  • Yukio Mishima: “Abito da sera”
  • La banalità del bello Estetica ed etica nella poetica haiku
  • Giappone e montagne (prima parte) Sguardi, potere e alterità
  • Eroi della Corea L’invincibile ammiraglio Yi Sun-sin (1545-1598)
  • Flora Japonica Franz Von Siebold, Kawahara Keiga e la classificazione scientifica della natura
  • Yan Geling Autrice tra due mondi
  • Saigoku Il pellegrinaggio giapponese dei 33 templi
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Pagine Zen 129

gennaio / aprile 2023
Torii Kiyohiro (attivo circa 1737–76), Cinque popolari attori nel ruolo dei Cinque Otokodate in "Ume Wakana Futaba Soga”, stampa da matrice di legno, 1755. Esempio di machiyakko.
Sommario
  • I kabukimono Ho vissuto troppo a lungo! Eccesso e provocazione nel Giappone del XVII secolo
  • Yóu yú yì 游於藝 Godere le arti
  • Suzuki Shōsan (1579 - 1655) Lo Zen e l’ideale del guerriero
  • Pregiate sonorità Gli strumenti musicali del teatro nō nella collezione del Museo d’Arte Orientale di Venezia
  • Nihon fūzokue Mode e luoghi nelle immagini del Giappone Edo-Meiji. Le silografie policrome della collezione Coronini / Cronberg di Gorizia
  • La Corte coreana tra luce e oscurità La Principessa Hyegyǒng e le cronache del sangue versato (Hanjung-nok, 한중록)
  • Il pattinaggio artistico su ghiaccio in Cina Origine e evoluzione
  • Kyōto Butoh-kan Il primo teatro al mondo dedicato alla danza butō
  • Lo Shaolin Kung Fu La modernità (seconda e ultima parte)
  • Yōkai Le antiche stampe dei mostri giapponesi
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Nihon Fūzokue

Scritto da Eleonora Lanza -
Nihon Fūzokue

Nella cornice del palazzo Coronini Cronberg di Gorizia, una casa museo risalente alla fine del Cinquecento che conserva una notevole collezione di opere e oggetti d’arte e alto artigianato di varie tipologie e provenienze, nel maggio 2022 è stata inaugurata la mostra Nihon fūzokue. Mode e luoghi nelle immagini del Giappone Edo-Meiji, che chiude a fine marzo 2023. La mostra è un’occasione unica per conoscere la collezione d’arte giapponese del palazzo, con un focus particolare sulle stampe acquisite e appartenute all’ultimo conte Coronini, inoltrandosi tra le ricche stanze del Palazzo arredate da una moltitudine di opere d’arte che rispecchiano la vivacità culturale di quest’area della Mitteleuropa rappresentata qui dalle relazioni internazionali della famiglia Coronini Cronberg. La casa-museo si articola in...

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I kabukimono

Scritto da Rossella Marangoni -
I kabukimono

Inalberavano spade dalle lunghe lame, custodite in sgargianti foderi su cui a volte facevano incidere motti provocatori. Incedevano per le strade delle città muovendosi con gesti magniloquenti, atteggiamenti volgari e strafottenti, in gruppi chiassosi. Si dicevano leali e giusti e non si tiravano indietro neppure davanti alle autorità. Professavano uno spirito cavalleresco (ninkyō 任俠). Erano a volte guerrieri di basso rango, a volte rōnin, a volte addirittura rampolli di famiglie di mercanti: erano chiamati kabukimono かぶき者 (da kabuku かぶく, “inclinare”, “essere storti” e mono 者, “individuo”) ma erano anche definiti hatamotoyakko 旗本奴 nel caso fossero di ascendenza samuraica, machiyakko 町奴, nel caso di un’origine mercantile.

Dal punto di vista legale, ossia dall’ottica dell’autorità shogunale che cercava di arginare il fenomeno augurandosi prima o poi di cancellarlo, l’unica caratteristica capace di definire questi individui era...

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Pagine Zen 128

settembre / dicembre 2022
Tsukioka Yoshitoshi, “Taira no Koremochi sconfigge la donna demone sul monte Togakushi”, 1887, xilografia su carta, dittico oban, Art Institut of Chicago. (Rielaborazione)
Sommario
  • Momijigari La prima pellicola della storia del cinema giapponese (1899)
  • Cerca, esplora a fondo.
  • Lo Shaolin Kung Fu La tradizione (prima parte)
  • L'influenza degli stilisti giapponesi d'avanguardia sulla moda italiana
  • Ming La dinastia dei letterati
  • Ikkyū Sōjun Lo zen della disobbedienza
  • Architettura moderna in Giappone Costruire il futuro
  • I motivi decorativi tessili giapponesi nella Cina repubblicana Verso la modernità
  • Hwarang I ragazzi fioriti di Silla
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MOMIJIGARI

Scritto da Giulia Orsi -
MOMIJIGARI

Il 28 novembre del 1899 costituisce un giorno fondamentale per la cultura giapponese: viene girato su 60 metri di pellicola dall’operatore di macchina Shibata Tsunekichi Momijigari, il primo film della storia del cinema giapponese.

Per comprendere appieno l’importanza di questo film occorre pensare al contesto storico e culturale in cui la pellicola si inserisce, ossia l’era Meiji (1868-1912), un’epoca caratterizzata da grandi sconvolgimenti causati dall’entrata del Commodoro Perry e delle navi da guerra americane nella Baia di Edo nel 1853, che condussero all’apertura dei porti giapponesi ai commerci con l’estero tramite la firma della Convenzione di Kanagawa e l’abolizione della politica di isolamento in vigore dal 1641. Un periodo in cui il bakufu Tokugawa non riuscì a calmare il malcontento generale e i disordini interni al Giappone...

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