Pagine Zen 134

settembre / dicembre 2024
Falco e fiori di ciliegio – 1834 Katsushita Hokusai (1760–1849)
Sommario
  • Animali e buddhismo in Giappone
  • 無明 Ignoranza Inconsapevolezza Giapponese: mumyō / Cinese: wúmíng / Sanscrito: avidyā
  • Sulle shin hanga
  • Le rocce da letterati Porte che aprono a una diversa visione
  • Il Siddhaṃ Una meravigliosa forma di scrittura - La storia
  • Hanbok La colorata leggiadria degli abiti tradizionali della Corea del Sud
  • Il viaggio in Manciuria di Natsume Sōseki
  • Fuori dal cono d’ombra
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Animali e buddhismo in Giappone

Scritto da Rossella Marangoni -
Animali e buddhismo in Giappone

Nella cosmogonia giapponese le divinità (kami), e gli uomini non sono entità separate, ma condividono una comune origine che le cronache più antiche, il Kojiki (Un racconto di antichi eventi, 712 d.C.) e il Nihongi (Cronaca del Giappone, 720 d.C.) attribuiscono alla Dea del Sole Amaterasu Ōmikami e, risalendo ancora più addietro, ai progenitori divini della Dea del Sole. Uomo e kami possono interagire, perché la biforcazione fra il divino e l’umano non è mai avvenuta.

Allo stesso modo, l’uomo e la natura si trovano in una situazione di comunione inseparabile. Questa relazione con il mondo naturale nasce dalla convinzione che non esiste contrapposizione fra uomo e natura, così come non esiste una distinzione marcata fra la natura e il divino. Questa sostanziale unità non preclude però l’idea di una...

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Il Siddhaṃ (prima parte)

Scritto da Costanza Brogi -
Il Siddhaṃ (prima parte)

I caratteri Siddhaṃ, chiamati Bonji in Giappone, rappresentano il divino, nascono in India e sono stati diffusi in Giappone grazie a Kūkai, il fondatore della scuola Shingon, che li ha approfonditi in Cina, anche se erano già arrivati nel paese del sol levante prima del suo viaggio. È stato grazie a Kūkai se questi caratteri non si sono perduti e se sono arrivati fino a noi così, in tutta la loro bellezza.

Il Siddhaṃ è una forma di scrittura del Sanscrito, nata nel nord dell’India. Il Sanscrito è arrivato in India grazie agli Arii, il popolo che dal Turkestan, regione dell’Asia centrale, ha colonizzato l’India intorno al 1500 a.C., stabilizzandosi e creandovi una civiltà. Il Sanscrito si è sviluppato dal loro linguaggio, anche se la maggior parte delle lingue parlate in Europa, India e Persia hanno tutte questa origine. La forma più antica di Sanscrito deriva dai Veda, poi si è evoluta nel Sanscrito classico, ma era una lingua usata non tanto dal popolo, quanto da...

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Pagine Zen 133

maggio / agosto 2024
“Dipinto di attività femminili - bonsai”, 1905, collezione privata. Chikanobu “Bonsai” da Fujin Shoreishiki no zu (Etichetta femminile), trittico – 1905
Sommario
  • Il bonsai nel Giappone di periodo Meiji
  • 如幻 Nyogen Come un sogno
  • Sulla via dello Zen e dell'arte marziale La mia esperienza
  • Sulle tracce della divinità cinese
  • Neko mon amour Il gatto e il Giappone
  • Emaki Un breve profilo storico
  • Quando gli animali parlano Antropomorfismo e censura nel periodo Edo
  • Il complesso tombale coreano di Koguryŏ
  • Ikebana svelato
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Sulla Via dello Zen e dell’Arte Marziale

Scritto da Paolo Taigō Spongia -
Sulla Via dello Zen e dell’Arte Marziale

Avevo 13 anni quando ho iniziato a praticare e mi ci volle poco tempo per percepire che dietro l'esercizio del Karate, dietro all’evidente dinamismo del fine marziale, doveva esserci una radice che aveva a che fare con una profonda conoscenza di sé stessi e di sé stessi nel mondo. Cominciai a cercare ossessivamente questa radice.

Ero assalito dai dubbi sulla pratica, perchè questa, nel Karate, mi veniva proposta strettamente appiattita all’aspetto atletico, sportivo e agonistico, perché è in questa forma superficiale e riduttiva che il Karate si è diffuso nel mondo ed in particolare in Italia.
Mentre mi dibattevo in questa ricerca animata da dubbi e perplessità sono inciampato nello Zen...

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Quando gli animali parlano

Scritto da Giulia Cappello -
Quando gli animali parlano

Nel periodo Edo, il legame tra lo shogunato Tokugawa (1603-1868) e lo sviluppo delle stampe xilografiche come mezzo di espressione artistica era molto forte ed era particolarmente legato alla serie di leggi repressive e agli editti che lo stesso shogunato emetteva allo scopo di controllare il pubblico.

Nell'ambito della cultura popolare, lo shogunato Tokugawa aveva svolto un ruolo essenziale nell'affermazione del mondo fluttuante, ponendo fine a un periodo di guerre sanguinose e favorendo lo sviluppo della classe mercantile e dell'arte a essa associata. D'altra parte, lo scopo principale del governo era quello di salvaguardare il proprio potere e l'ordine sociale, e per raggiungere questo obiettivo ricorreva ad un rigido controllo della vita dei cittadini...

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Pagine Zen 132

gennaio / aprile 2024
Anziano del clan Nabeshima. Rotolo verticale dipinto a inchiostro e colori su seta. Si distingue l’impugnatura della spada, alla quale si accompagna un ventaglio nella mano destra. Opera di scuola Tosa databile tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo
Sommario
  • 苗 Miao Costumi e gioielli dalla Cina del Sud
  • Hagakure Una nuova ideologia per i samurai di Edo
  • 正名 Zhèngmíng Rettifica dei nomi
  • Colori e design dal Giappone Un percorso tra arte, storia e letteratura
  • Daoyin L’antica arte cinese della salute e della longevità
  • Il tatuaggio punitivo in Cina e in Giappone
  • La lacca rossa intagliata al Museo d'Arte Orientale di Venezia. Dalla Cina al Giappone
  • Hwang Chini, Hŏ Nansŏrhŏn e Shin Saimdang Tre poliedriche artiste coreane del periodo Chosŏn
  • Shōbōgenzō Zuimonki Eihei Dōgen, Discorsi informali
  • "Onibaba" di Rossella Marangoni Il mostruoso femminile nell’immaginario giapponese
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Hagakure

Scritto da Ornella Civardi -
Hagakure
Hagakure ni
ciritodomareru
hana nomi zo
shinobishi hito ni
au kokochi suru

Quell’unico fiore
che ancora rimane
nel folto delle foglie
mi riporta al cuore
il mio amore segreto

Fu molto probabilmente questa poesia di Saigyō, monaco del XII secolo, che suggerì il titolo allo Hagakure kikigaki (Note dettate nel folto delle foglie), in genere abbreviato in Hagakure. Nel verso denso di suggestioni che il poeta antico compose nel suo eremo sui monti, si riflette un’altra capanna su altri monti, anche questa raccolta in un’ombrosa quiete, dove il maestro Jōchō (al secolo Yamamoto Tsunetomo) raccoglie a sua volta l’ultimo fiore di una primavera ormai trascorsa, quella del mondo e della cultura samurai. Da quel nucleo di valori sottratto all’estinzione ricaverà le lezioni morali destinate a diventare la più compiuta rappresentazione del bushidō, il codice di comportamento e di pensiero del samurai...

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Colori e design dal Giappone

Scritto da Eleonora Lanza -
Colori e design dal Giappone

Iro è la lettura giapponese del carattere che significa colore; in realtà lo stesso carattere può essere anche letto shoku e assumere una varietà di significati, tra cui il più curioso si ottiene raddoppiandolo, per cui iro iro indica “un insieme di varie cose”, “una moltitudine di cose”, che forse si può usare anche con riferimento alla vastità di aspetti che entrano in gioco quando si parla dello stesso concetto di colore.

Il colore è, sia in Occidente sia in Oriente, per natura, indefinito e mutevole, è vivo, si cerca di fotografarlo, di registrarlo, ricordarlo, e riprodurlo, ma la sua interpretazione cambia a seconda...

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Il tatuaggio punitivo in Cina e in Giappone

Scritto da Costanza Brogi -
Il tatuaggio punitivo in Cina e in Giappone

Nel sistema penale del Giappone antico le punizioni a seguito di reati erano tante, ma una in particolare era il tatuaggio. Questo tatuaggio punitivo era inflitto per reati minori e ciò che rimaneva nella pelle del condannato era una sorta di fedina penale visibile a tutti. L’Irezumi, nel sistema penale dell’antico Giappone, si inserisce tra le pene previste per reati minori e come punizione aggiuntiva ad altre, come poteva essere ad esempio il Tataki, che consisteva letteralmente in bastonate. Il nome Irezumi入墨 deriva da 「入れる ireru, che significa inserire e 「墨 sumi, inchiostro...

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Shōbōgenzō Zuimonki

Scritto da Aldo Tollini -
Shōbōgenzō Zuimonki

Nella primavera 2023 è stata pubblicata dall’editore Bompiani la prima traduzione italiana dello Shōbōgenzō Zuimonki (conosciuto più semplicemente come Zuimonki) del maestro Zen Eihei Dōgen (1200-1253).

Questo libro, con testi giapponesi a fronte, per la prima volta con traduzione in italiano dall’originale giapponese, è il frutto della collaborazione tra Aldo Tollini, studioso e traduttore del Maestro Dōgen e Anna Maria Shinnyo Marradi, maestro della scuola Sōtō Zen, abate del tempio Shinnyoji di Firenze, che ha commentato tutti i capitoli del testo. Si sono volute mettere insieme due esperienze e competenze diverse, quella dello studioso e quella del praticante e maestro, ossia l’aspetto teorico e scientifico con quello esperienziale e dottrinale, in modo da fornire al lettore una guida affidabile e, per quanto possibile completa, per addentrarsi nell’insegnamento del Maestro Dōgen.

Il testo, tradotto dalla versione Chōenjibon, la più antica e oggi anche la più apprezzata dagli studiosi (è una trascrizione del 1644, da un originale risalente al 1380) contiene novantanove capitoli, alcuni brevi, altri più lunghi...

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Giappone e montagne (seconda e ultima parte)

Scritto da Marianna Zanetta -
Giappone e montagne (seconda e ultima parte)

Quanto detto nella prima parte di questo saggio è necessario per comprendere la portata ideologica di alcune affermazioni e i rischi di leggere in modo astorico e acritico certe dichiarazioni programmatiche. Sono anche un punto di partenza importante per poter guardare con occhi diversi alle montagne giapponesi, quelle immense fonti di paura, reverenza e venerazione che popolano l’immaginario religioso nipponico. Come già ricordava Raveri nei suoi testi (2006, 2013), il Giappone è popolato di innumerevoli montagne sacre a cui si richiamano diverse tradizioni. Tra queste, trovo giusto ancora una volta partire da uno dei simboli più importanti, penetrato ampiamente nella cultura pop e nell’immaginario internazionale: parlo ovviamente del monte Fuji che, con 3.776 metri di altezza si attesta come la montagna più alta del Giappone...

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