Flora Japonica

Scritto da Roberto Borriello -
Flora Japonica

Quando due culture completamente diverse si incontrano possono accadere solitamente due cose: sopraffazione di una cultura sull’altra oppure l’inizio di una sinergica collaborazione. Tra Olanda e Giappone si instaurò fin da subito un legame d’intesa. Tutto ebbe inizio quando nel 1594 il porto di Lisbona fu precluso agli Olandesi e Inglesi per volere di Filippo II, re di Spagna, in risposta alle controversie che intercorrevano tra protestanti e cattolici (Tamburello 1974: 144). Ciò spinse l’Olanda ad intraprendere proprie rotte commerciali senza dipendere più da intermediari e ad espandere anche la loro presenza nei mari orientali, fino ad allora esclusivo dominio delle forze iberiche cattoliche. Da Amsterdam si iniziarono a diramare diverse spedizioni che oltrepassarono il Capo di Buona Speranza, attraversavano l’Oceano Indiano per infine immettersi nel pacifico. Un altro percorso per giungere in Oriente fu rappresentato dalla spedizione di cinque navi (De Hoop, De Liefde, T. Geloof, De Trouw, De Blijde Boodschap) nel 1598 che, dopo aver navigato lungo le coste del Cile e del Perù, attraversarono lo Stretto di Magellano (Carioti 2012: 90). Decisiva fu la sorte che toccò alla De Liefde che, riuscendo ad approdare in un porto del Kyūshū 九州, stabilì il primo dialogo con i Giapponesi. Da questo momento le relazioni tra i due paesi iniziarono a consolidarsi e rimanere durature fino alla fine del governo militare (bakufu幕府) Tokugawa徳川(1603 – 1868) perfino dopo l’attuazione dei rigidi provvedimenti di restrizione ai commerci (sakokurei 鎖国令) motivati soprattutto per le continue ingerenze e dispute tra i diversi predicatori cattolici, che furono espulsi dal paese nel 1639. I Giapponesi riconobbero nel 1641 come unica presenza occidentale nel proprio paese gli Olandesi con una base fissa e serrata presso l’isola artificiale di Deshima 出島 nella baia di Nagasaki長崎. Deshima divenne non soltanto la base commerciale (factorij) che connetteva l’Europa e il Giappone ma anche...

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Pagine Zen 130

maggio / agosto 2023
Eiheiji (1244), il tempio di Dōgen.
Sommario
  • La Via del Buddha secondo Dōgen
  • 道生一 Il dao produce l'Uno Godere le arti
  • Sadayakko, la Duse del Giappone Cronache della prima tournée di teatro giapponese in Italia (1902)
  • Yukio Mishima: “Abito da sera”
  • La banalità del bello Estetica ed etica nella poetica haiku
  • Giappone e montagne (prima parte) Sguardi, potere e alterità
  • Eroi della Corea L’invincibile ammiraglio Yi Sun-sin (1545-1598)
  • Flora Japonica Franz Von Siebold, Kawahara Keiga e la classificazione scientifica della natura
  • Yan Geling Autrice tra due mondi
  • Saigoku Il pellegrinaggio giapponese dei 33 templi
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Pagine Zen 129

gennaio / aprile 2023
Torii Kiyohiro (attivo circa 1737–76), Cinque popolari attori nel ruolo dei Cinque Otokodate in "Ume Wakana Futaba Soga”, stampa da matrice di legno, 1755. Esempio di machiyakko.
Sommario
  • I kabukimono Ho vissuto troppo a lungo! Eccesso e provocazione nel Giappone del XVII secolo
  • Yóu yú yì 游於藝 Godere le arti
  • Suzuki Shōsan (1579 - 1655) Lo Zen e l’ideale del guerriero
  • Pregiate sonorità Gli strumenti musicali del teatro nō nella collezione del Museo d’Arte Orientale di Venezia
  • Nihon fūzokue Mode e luoghi nelle immagini del Giappone Edo-Meiji. Le silografie policrome della collezione Coronini / Cronberg di Gorizia
  • La Corte coreana tra luce e oscurità La Principessa Hyegyǒng e le cronache del sangue versato (Hanjung-nok, 한중록)
  • Il pattinaggio artistico su ghiaccio in Cina Origine e evoluzione
  • Kyōto Butoh-kan Il primo teatro al mondo dedicato alla danza butō
  • Lo Shaolin Kung Fu La modernità (seconda e ultima parte)
  • Yōkai Le antiche stampe dei mostri giapponesi
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Nihon Fūzokue

Scritto da Eleonora Lanza -
Nihon Fūzokue

Nella cornice del palazzo Coronini Cronberg di Gorizia, una casa museo risalente alla fine del Cinquecento che conserva una notevole collezione di opere e oggetti d’arte e alto artigianato di varie tipologie e provenienze, nel maggio 2022 è stata inaugurata la mostra Nihon fūzokue. Mode e luoghi nelle immagini del Giappone Edo-Meiji, che chiude a fine marzo 2023. La mostra è un’occasione unica per conoscere la collezione d’arte giapponese del palazzo, con un focus particolare sulle stampe acquisite e appartenute all’ultimo conte Coronini, inoltrandosi tra le ricche stanze del Palazzo arredate da una moltitudine di opere d’arte che rispecchiano la vivacità culturale di quest’area della Mitteleuropa rappresentata qui dalle relazioni internazionali della famiglia Coronini Cronberg. La casa-museo si articola in...

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Meisho d'oltremare

Scritto da Giulia Cappello -
Meisho d'oltremare

A partire dal periodo Heian (794-1185), con lo sviluppo della pittura giapponese yamatoe 大和絵, i simboli legati alla natura vennero elaborati secondo differenti modalità che trasformarono lo studio della pittura introducendo categorie come shikie 四季絵 (“immagini delle quattro stagioni”), tsukinamie 月次絵 (“immagini della sequenza dei mesi”) e meishoe 名所絵 (“immagini dei luoghi celebri”). Quest’ultime in particolare rappresentano luoghi che venivano celebrati non solo per la loro connotazione estetica, ma anche per la loro ricca...

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Pagine Zen 126

gennaio / aprile 2022
Rielaborazione da: Yōshū (Hashimoto) Chikanobu (1838–1912), “Nihon shinnō onna sannomiya (La Terza Principessa e Kashiwagi, dal cap. 34 del Genji monogatari)”, xilografia formato trittico, particolare, 1890, MET New York, OA , pubblico dominio.
Sommario
  • Una raffinata eleganza L’abbigliamento maschile di corte nel Giappone di epoca Heian
  • Tansei Kimei 天晴地明 Se il cielo è sereno, la terra è illuminata
  • Miyamoto Musashi Il lato spirituale del combattimento
  • Meisho d'oltremare Vedute del Lago Occidentale
  • Attraversando la letteratura Song
  • T'al, T'allori e T'alch'um La dimensione ritualistica delle maschere coreane
  • Il gioco del Go La sua diffusione
  • Fantasmi e guerrieri Giustizia e vendetta nell’immaginario giapponese
  • Il Tè Dalla Cina: storia, leggenda, estetica (seconda e ultima parte)
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Pagine Zen 124

maggio / agosto 2021
Grotte di Mogao, nei pressi di Dunhuang (prov. di Gansu, Cina) dove sono stati reperiti molti testi risalenti al periodo Tang.- fonte chinadaily.com.cn
Sommario
  • Alla ricerca della mente originaria nel Buddhismo Chán di epoca Tang
  • Illuminazione originaria 本覚 e acquisita 始覚
  • Tra musica e zen La fioritura del flauto shakuhachi
  • Uniformi e corsetti alla corte del Crisantemo Adozione e adattamento della moda vittoriana nel Giappone Meiji
  • Bonsai Il maschile e il femminile
  • Daruma Da monaco a fanciulla
  • Ainu Spiritualità di un popolo
  • Tra antenati e legami perduti Incontri con le itako del Tōhoku (seconda e ultima parte)
  • Giappone Storie di una nazione alla ricerca di se stessa. Dal 1850 a oggi
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Uniformi e corsetti alla corte del Crisantemo

Scritto da Carla Ruscazio -
Uniformi e corsetti alla corte del Crisantemo

Il periodo Meiji (1868-1912) fu un'epoca di grandi cambiamenti per il Giappone. Il 1868 fu l'anno che segnò ufficialmente la sua trasformazione da mero regno dell'Asia a protagonista della scena coloniale internazionale e, una volta che gli ultimi residui dello Shōgunato di Edo vennero completamente cancellati, il giovane imperatore Mutsuhito (1852-1912) e il suo nuovo establishment governativo diedero il via a un'intensa campagna di restaurazione del Paese; lo scopo era quello di eguagliare nel più breve tempo possibile le maggiori potenze coloniali del pianeta. Per affrontare al meglio tale rinnovo conoscere e incorporare ogni aspetto culturale dell'Occidente divenne fondamentale, pertanto nobili e politici incoraggiarono la popolazione all'utilizzo di tutto ciò che provenisse da Europa e Stati Uniti. I cambiamenti che ne conseguirono furono numerosi e drastici, volti a modificare profondamente anche l'aspetto più intimo della vita degli abitanti della neonata nazione.

Fra tutte le trasformazioni che il Giappone Meiji dovette affrontare, una delle più radicali e affascinanti fu sicuramente...

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Daruma. Da monaco a fanciulla

Scritto da Veronica Gambilare -
Daruma. Da monaco a fanciulla

Dal significato del nome al luogo di nascita, la figura del monaco straniero, primo patriarca del buddhismo chan in Cina e zen in Giappone, è stata oggetto sin dalle origini di mistificazioni, confusioni e vivaci interpretazioni. Con il passare degli anni e poi dei secoli, gli aneddoti e i fatti più o meno realistici, vennero mescolati tra loro e diffusi sia dalla cultura popolare che dalla frangia più colta e consapevole della società cinese e giapponese. Conosciuto come Putidamo 菩提达摩 o Damo in Cina, Boridalma 보리달마 o Dalma in Korea, e BodaiDaruma 菩提達磨, o Daruma 達磨 in Giappone, Bo-dhi-dha-rmo-tta-ra in Tibet, la sua influenza arrivò anche in Vietnam. Considerato dagli orientali come avatar e arhat del bodhisattva Avalokiteśvara, venne confuso per molto tempo dai monaci missionari cristiani con San Tommaso. Secondo alcuni scritti, il monaco sarebbe...

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Pagine Zen 123

gennaio / aprile 2021
Per questa immagine si ringrazia Miyamoto Unosuke Shoten (C)
Sommario
  • Taiko Monogatari Storie di costruzione
  • 清風徐来 La fresca brezza arriva lentamente
  • Kuki Shūzō: Iki o l’estetica della singolarità
  • Kokeshi Il Tōhoku fra tradizione e design
  • Dalla necessità alla bellezza Un’indagine su “Mottainai” (seconda parte)
  • Tra antenati e legami perduti Incontri con le itako del Tōhoku (prima parte)
  • Scorci di Kyōto Tre opere inedite di Hōen nella collezione del Museo d'Arte Orientale di Venezia
  • Il tavolo del letterato cinese (seconda e ultima parte)
  • L'influenza del teatro Kabuki sull'Ukiyo-e
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Scorci di Kyōto

Scritto da Francesca Storti -
Scorci di Kyōto

Il fulcro della ricca e pregiata collezione del Museo d’Arte Orientale di Venezia fu costituito circa centotrenta anni fa, durante il viaggio intorno al mondo intrapreso dal principe Enrico Carlo Luigi Giorgio di Borbone-Parma, conte di Bardi (Parma, 1851 – Mentone, 1905) tra il 16 settembre 1887 e il 15 dicembre 1889. Appena giunta in Europa, la collezione Borbone vantava circa 30˙000 pezzi di cui due terzi acquistati in Giappone, prova evidente di quanto il principe e la moglie Adelgonda di Braganza (1858–1946) fossero rimasti entrambi affascinati da quel Paese. A seguito di varie vicissitudini, una volta divenuta proprietà dello Stato italiano, la raccolta contava nel 1926 poco meno di 17˙400 oggetti, una quantità comunque troppo grande perché fosse possibile un’esposizione integrale nelle stanze al terzo piano di Ca’ Pesaro, tuttora sede del Museo.

Fra le tante pregevoli opere d’arte ancora mai mostrate al pubblico figura anche un gruppo di tre dipinti giapponesi del XIX secolo firmati "Hōen" e accomunati dallo stesso aspetto alquanto inusuale...

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L'influenza del teatro Kabuki sull'Ukiyo-e

Scritto da Paolo Linetti -
L'influenza del teatro Kabuki sull'Ukiyo-e

L'Ukiyo 浮世絵 è uno stile di vita e una nuova cultura che iniziò a delinearsi nel periodo Edo (1603-1868), sviluppando delle tematiche sempre più distintive col passare dei secoli.

Il termine Ukiyo nacque in seno alla classe borghese in contrapposizione al pensiero buddista che per primo utilizzò la parola omofona; ma Ukiyo, scritto con i kanji 憂き世 (mondo di sofferenza) indicava qui uno stato d'ascetismo che mirava all’atarassia e ad estraniarsi dai piaceri terreni, illusori e d'intralcio al raggiungimento dell’Illuminazione.

Il monaco Asai Ryōi (1612 - 1691) nel 1661, nel suo Ukiyo monogatari scherzosamente descriveva lo stile di vita dei suoi concittadini dediti ai piaceri temporanei...

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